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Per Aspera Ad Veritatem n.11
I servizi segreti romani

William. G. SINNIGEN



Al termine "servizio segreto" corrispondono diverse definizioni. Può indicare il servizio investigativo di Governo, un corpo di polizia incaricato della sicurezza interna dello Stato e, quando utilizzato per descrivere un'istituzione risalente ai tempi dell'Impero Romano, potrebbe riportare alla memoria l'immagine della vecchia Gestapo, oppure dell'NKVD, o dell'FBI. In effetti, sebbene la forza di polizia per la sicurezza interna dell'età romana e la sua omologa moderna abbiano diversi tratti in comune, non sono del tutto accomunabili. Di conseguenza, l'espressione "servizio segreto" dovrebbe essere un'etichetta appropriata, anche se non perfetta, per un' "antica" istituzione che non ha corrispettivi moderni.
Nella storia romana, la creazione di un servizio segreto è avvenuta relativamente tardi per varie ragioni. In primo luogo perché l'idea di un'agenzia permanente e organizzata di tale natura era estranea ai princìpi di governo delle città-stato, validi sia nella Grecia classica che nella Roma repubblicana. In mancanza di una Procura generale, sia i Greci che i primi Romani preferivano contare, per individuare le minacce contro lo Stato, sulla collaborazione di cittadini che fornivano informazioni e formulavano accuse (1) . Se è vero che a Sparta esisteva un sorta di servizio segreto, il krypteia, bisogna anche dire che questo era sorto come conseguenza del peculiare problema della schiavitù (2) . A sembrare più degna di nota, rispetto al krypteia, era l'agenzia di intelligence persiana, definita "gli occhi e le orecchie del Re", un vero e proprio servizio investigativo che attirava l'attenzione e l'ammirazione, ma non l'emulazione, dei Greci (3) . A questo punto ci si potrebbe aspettare che i Romani, posti di fronte al problema di governare un Impero tanto vasto, così come avevano fatto antecedentemente i Persiani, ricorressero allo stesso modo ad una istituzione centralizzata. Ma questo non avvenne, sia perché l'assolutismo proprio di un servizio segreto era contrario agli ideali di governo dell'oligarchia senatoriale, sia perché l'apparato burocratico, di cui un servizio segreto efficiente è uno degli istituti primari, si trovava ancora in fase embrionale (4) .
Appare significativo che il primo servizio segreto romano compaia nel periodo delle guerre civili che distrussero la Repubblica nell'ultimo secolo della sua esistenza. Nel corso di tale periodo, le dinastie in lotta tra loro si rivolgevano a soldati "di fiducia", talvolta scelti dalla loro milizia privata o dalla guardia pretoriana, per venire a conoscenza di informazioni segrete o, in virtù del loro ruolo di ufficiali incaricati di arresti od esecuzioni, per svolgere i cosiddetti "lavori sporchi" tipici della polizia segreta (5) .
Ancor prima di assumere il potere assoluto, Augusto era solito impiegare personale di fiducia per tali missioni (6) . Era caratteristica peculiare di Augusto, in qualità di restauratore autoproclamato della Repubblica nonché princeps, il voler mascherare il suo assolutismo imperiale. Pertanto, non sorprende che siano scarse le notizie a disposizione circa il modus operandi utilizzato per la tutela della sicurezza dello Stato e del suo imperatore. Sembra certo, tuttavia, che Augusto e i suoi successori durante il primo secolo dell'Impero non potessero contare su alcuna particolare agenzia per individuare fatti eversivi.
Gli informatori - delatores - venivano utilizzati per smascherare un gran numero di reati, sia reali che fittizi (7) . Bisognerebbe forse sottolineare che i Romani, nell'intero corso della loro storia, fecero largo uso di informatori, i quali divennero un elemento di supporto fondamentale quando vi fu un servizio segreto istituzionalizzato. La delazione è un fattore costante e comune della storia della sicurezza interna non soltanto durante la Repubblica, ma anche durante il periodo dei Principati e del Tardo Impero. Oltre agli informatori, i primi imperatori utilizzavano proficuamente la guardia pretoriana e, in particolare, i suoi centurioni e i tribuni, perché svolgessero le funzioni di agenti "in borghese" e arrestassero i traditori (8) . Alcune volte, per ottenere informazioni riservate, si rivolgevano ai liberti di corte oppure ai procuratori provinciali di alto livello (9) .
La prima agenzia che si meritò l'appellativo di servizio segreto fu presumibilmente creata da Domiziano poco prima del 100 D.C. (10) Probabilmente, il servizio segreto romano trae origine da un'importante riforma attuata dallo stesso Domiziano, il quale istituì il "G-4", o sezione di rifornimento della scorta imperiale - il praetorium - di cui facevano parte i sottufficiali ed alcuni centurioni. In poche parole, il personale del servizio segreto romano era composto da sergenti le cui funzioni originarie erano l'approvvigionamento e la distribuzione alle truppe di grano (frumentum). Da qui la denominazione di frumentarii (11) .
Appare verosimile che i frumentarii o i loro antesignani prestassero servizio fra il personale del quartier generale dei Governatori-generali anche prima del regno di Domiziano, sebbene non se ne abbiano prove evidenti.
Alcuni commentatori ritengono che venissero inviati in missioni di tipo logistico e che fossero in contatto continuo non soltanto con l'esercito e l'apparato burocratico, ma anche con la popolazione delle province. La loro posizione, quindi, era certamente eccellente per osservare e riferire riguardo ad ogni tipo di situazione di interesse per il Governo. Domiziano fu probabilmente il primo a riconoscere che potevano costituire un ottimo collegamento tra le province e lo "Stato Maggiore" nella capitale, distaccandone alcuni dai quartier generali legionari per assegnare loro il compito di corrieri nel servizio "G-4" a Roma. Egli probabilmente costruì per loro, e per altri sottufficiali di rango inferiore provenienti dalle province, alloggi speciali provvisori ed una base operativa sulla collina del Celio, i castra peregrinorum (12) . I frumentarii, posti così temporaneamente a disposizione del Governo centrale, rimanevano tuttavia in forza presso le loro legioni provinciali, anche se avevano acquisito una dipendenza gerarchica diversa. Il loro quartier generale a Roma era comandato da un centurione "anziano", il princeps peregrinorum, il quale dipendeva direttamente dall'imperatore, o, in sua vece, dalla prefettura pretoriana (13) .
I frumentarii, soldati come molti burocrati dell'alto impero, erano perfettamente integrati nell'apparato militare romano in virtù del loro reclutamento, della carriera e delle funzioni. Volendo trovare un parallelo con una qualsiasi altra istituzione americana moderna, questo va ricercato nell'organizzazione, (se non nei compiti) dell'Intelligence Militare piuttosto che nell'FBI. Nonostante la peculiare importanza per il governo centrale, i "frumentarii" tendevano a fondersi nell'amministrazione militare romana, all'interno della quale rivestivano un ruolo che può ingannevolmente apparire all'osservatore moderno di livello ordinario.
Viene talvolta asserito che questi agenti venivano reclutati esclusivamente nelle province occidentali, almeno prima della dinastia dei Severi, in quanto la loro origine più tipicamente romana li avrebbe resi maggiormente adatti ad essere impiegati come "rappresentanti del potere centrale" del Governo, quasi si trattasse di una sorta di corpo speciale o di SS romano (14) . Una tale opinione si fonda su una concezione fondamentalmente erronea della politica militare e amministrativa romana ed è provatamente falsa (15) . Tutte le legioni inviavano frumentarii a Roma per svolgere incarichi particolari; per tale ragione, i frumentarii possono essere considerati, dal punto di vista del loro reclutamento, come un tipico microcosmo nell'ambito dei sottufficiali imperiali. Come i legionari in generale, i frumentarii del secondo e terzo secolo tendevano ad essere reclutati localmente dalle varie guarnigioni provinciali (16) . Potevano essere uomini di umili origini, probabilmente di dubbia latinità e romanizzazione (17) , oppure figli della classe media urbana che possedevano un livello culturale molto più alto della media (18) .
Dal punto di vista della carriera come pure del reclutamento, i frumentarii erano solitamente soldati semplici. Vale a dire che avevano poche possibilità di risalire la scala gerarchica militare o amministrativa (19) . Alcuni, prima di morire o di ritirarsi dall'attività lavorativa (20) , ricevevano altri incarichi amministrativi, alcuni raggiungevano il centuriato (21) , ma solo pochi di coloro che provenivano dalle truppe venivano ammessi all'ordine superiore dei funzionari statali. Le possibilità di progredire rapidamente nella carriera erano maggiori per chi era stato nominato centurione direttamente dopo il reclutamento e aveva prestato servizio come frumentarius in quella truppa. In tal caso, la rapidità della carriera probabilmente dipendeva più dal fatto di aver iniziato come centurione in giovane età che dalla appartenenza ad un servizio segreto (22) . Anche con il vantaggio del reclutamento come centurione frumentarius, si poteva sperare di terminare la propria carriera al massimo come Governatore "equestre" di qualche provincia relativamente piccola e insignificante, benché ad un salario eccellente (23) . Soltanto durante la dinastia dei Severi i pochi ex-agenti dei servizi segreti ottennero i più alti onori come prefetti pretoriani, senatori, e uno di loro divenne persino console, quindi collega consolare dell'imperatore (24) . Tale promozione venne considerata dai contemporanei insolita e scandalosa (25) . Chiaramente, quindi, una carriera nel servizio segreto non era necessariamente più promettente di una qualunque altra di un sottufficiale romano.
Non sono giunte fino a noi tabelle riguardanti entità ed il tipo di organizzazione delle forze militari per stabilire quanti di questi agenti fossero arruolati in ogni legione. Una volta si riteneva che il "personale" tradizionalmente a disposizione di un governatore comprendesse soltanto un frumentarius, tuttavia, non vi sono fonti che confermino tale supposizione, che appare improbabile (26) . Tuttavia, è possibile effettuare una stima della loro consistenza numerica, poiché è notoria la grandezza approssimativa delle legioni, come pure il numero dei vari altri burocrati militari che ne facevano parte (27) . Nel secondo secolo D.C., probabilmente, ciascuna legione poteva contare su circa cinque o dieci frumentarii, per un totale di circa duecento uomini (28) , tra la presenza nelle province e gli elementi di stanza nella capitale Questo numero non era necessariamente fisso, e un aumento potrebbe essersi verificato nel corso del terzo secolo, quando il governo centrale era molto preoccupato per alcuni settori in cui i frumentarii potevano prestare un valido servizio: le comunicazioni, i rifornimenti, le tasse e la sicurezza interna.
L'esercito romano in generale ed il suo servizio segreto, in particolare, consideravano la rete stradale dello stato con le sue stazioni di posta, i sistemi di rifornimento militare e di tassazione che dipendevano dalle strade, nonché la campagna circostante, come un tutt'uno integrato (29) . Non sorprende, quindi scoprire che i tre compiti principali dei membri del servizio segreto fossero quelli di corrieri, agenti delle tasse, e poliziotti. Esistono prove inequivocabili che i frumentarii, in qualità di corrieri di ogni sorta di messaggi destinati e provenienti dal Governo centrale, erano tra i più importanti utenti delle strade statali. Come tali, potevano requisire cavalli, carrozze, alloggi, e rifornimenti a disposizione dei funzionari in missione di stato (30) . In qualità di corrieri, ricordavano vagamente "gli occhi e le orecchie" del Grande Re di Persia; il parallelo trae origine da un'esigenza di carattere amministrativo comune ad entrambi gli Imperi e, probabilmente, non rappresenta per i romani un'imitazione istituzionale di quanto fatto dai loro predecessori orientali.
Le prove che li collegano alla raccolta delle tasse, specialmente quelle in natura, sono meno esplicite. Ritengo che fondamentalmente fossero sempre responsabili dell'approvvigionamento del grano per usi militari, un compito la cui importanza aumentò nel terzo secolo D.C. quando l'Impero, in un periodo di inflazione, rese sistematica la raccolta di prodotti in natura (31) . Infine, avevano anche il compito di organizzare la fornitura di grano alla città di Roma; avevano sedi permanenti a Portus, dove lavoravano con il Prefetto addetto all'"Approvvigionamento Urbano del Grano", e lungo la via Appia al porto di Puteoli (32) . Probabilmente provvedevano anche alla raccolta di tasse in denaro nei confronti di alcune categorie professionali e di dazi doganali lungo ed entro i confini dell'Impero (33) . Tali attività giustificherebbero l'appellativo di "kollectiones" - esattori - conferito ad essi ed ai loro collaboratori dagli abitanti delle provincie di lingua greca, all'inizio del terzo secolo (34) .
Quello della Polizia di sicurezza non era pertanto il loro unico servizio importante ai fini della centralizzazione amministrativa, anche se tale funzione è quella che immediatamente può attirare l'attenzione dell'osservatore moderno.
Non si può affermare categoricamente che questi "apparati" abbiano iniziato a fungere da agenzia di servizio segreto immediatamente dopo la loro fondazione. Certamente, a partire dal primo quarto del secondo secolo, i frumentarii erano spie al servizio del Governo centrale, e si sarebbe portati a supporre che il loro utilizzo potenziale in questo ruolo non dovrebbe essere sfuggito all'attenzione di un imperatore spietato o efficiente, come lo stesso Domiziano. Il primo Imperatore che notoriamente li impiegò come investigatori fu Adriano, che se ne servì per spiare la corte imperiale (35) . Le prove attestanti il loro ruolo di spie sono numerose e datano dalla fine del secondo all'inizio del terzo secolo.
A quel tempo, nessuna classe, superiore o inferiore, poteva sfuggire al loro esame. Generali, eminenti Senatori, come pure i semplici Cristiani erano oggetto della particolare attenzione dei frumentarii (36) . Nella stessa Roma, sembra che lavorassero a stretto contatto con le forze di polizia della città (37) . Oltre alle indagini e agli arresti, erano incaricati di compiere assassinii politici (38) . In qualità di investigatori, probabilmente a partire dal 200 D.C. (39) venne loro attribuito l'epiteto ufficioso di curiosi o "ficcanasi".
Le modalità secondo le quali espletavano la loro attività investigativa rimangono oscure. I Romani erano soliti servirsi di agenti "in borghese" e agents provocateurs; anche se nessuna fonte afferma specificamente che in tale ruolo venissero impiegati i frumentarii, è ipotizzabile che lo fossero, quando venivano loro affidati incarichi delicati e riservati (40) . Vi sono, tuttavia, prove che in certe funzioni, specialmente di burocrati e corrieri, la loro presenza non era segreta ma piuttosto evidenziata chiaramente e intenzionalmente dalle uniformi che indossavano e dagli emblemi caratteristici che li contraddistinguevano (41) . È interessante notare che il Governo imperiale di tanto in tanto rendeva nota la presenza di questi rappresentanti dell'autorità e del potere centrale allo scopo di ricordare ai suoi sudditi che dovevano portare ai suoi agenti il rispetto dovuto alla maestà di Roma stessa.
I frumentarii, oltre ai loro compiti primari, erano responsabili di molte attività di vario genere, alcune delle quali avevano ben poco in comune con la sicurezza interna. Talvolta erano supervisori delle miniere e delle cave pubbliche (42) , delle prigioni (43) , dei lavori pubblici (44) e, sembra, di spettacoli di mimi presentati sui palcoscenici di Roma e forse anche delle province (45) . Come i loro successori del Tardo Impero, potevano essere chiamati per svolgere qualunque compito importante che il Governo centrale avesse scelto di affidare loro.
I compiti dei frumentarii, considerati individualmente, sostanzialmente non differivano da quelli di taluni altri burocrati militari di grado inferiore che potevano anche essere chiamati occasionalmente a fungere da spie, poliziotti, esattori fiscali, corrieri, supervisori edili, ecc. (46) Nell'insieme, tuttavia, le funzioni dei frumentarii rappresentavano qualcosa di unico e di essenziale e questo ha distinto il loro "corpo" dagli altri affiliati ai reparti provinciali o centrali.
Le fonti forniscono scarse informazioni in merito al carattere di questi agenti dell'amministrazione centrale ed all'atteggiamento dei cittadini romani nei loro confronti. Le iscrizioni spesso testimoniano le loro qualità umane come amici leali, mariti, fratelli e figli devoti. Nonostante ciò, la popolazione gli rimaneva distante. Ai livelli inferiori delle strutture governative, gli amministratori dell'Impero Romano, persino nei periodi migliori, potevano essere arbitrari, autoritari, e corrotti, specie quando si trattava della riscossione dei tributi imperiali e dell'individuazione di atti eversivi. Anche se i frumentarii fossero stati tutti uomini devoti e incorruttibili, erano destinati a non piacere.
La tentazione di oltrepassare i limiti della loro autorità era probabilmente grande. Al più tardi nel terzo secolo, quando erano sottoposti a crescenti pressioni dai gradi più alti per garantire il flusso di entrate in natura e per proteggere la sicurezza di uno Stato sempre più povero e apparentemente in via di disgregazione, erano odiati dai cittadini romani. Durante la dinastia dei Severi, i contadini dell'Asia Minore si erano lamentati aspramente per via di arresti ed esazioni arbitrarie effettuate dai frumentarii e dai loro collaboratori (47) . Un'iscrizione proveniente dalla provincia asiatica rende onore ad un centurio frumentarius, il quale, sebbene ne avesse l'opportunità, non oppresse gli abitanti della provincia (48) . Riteniamo piuttosto autorevolmente che, nell'ultimo quarto del terzo secolo (49) , fossero considerati una piaga. Il loro spiare era diventato intollerabile, e la loro condotta generale, almeno nelle questioni fiscali, somigliava a quella di un esercito di saccheggiatori. I commentatori dell'epoca del Tardo Impero erano unanimi nel paragonare i frumentarii ai loro successori, gli agentes in rebus (50) , generalmente considerati i subalterni corrotti della Polizia di Stato. Il servizio segreto romano doveva adempiere allo stesso tempo a funzioni necessarie ed impopolari; questo non dovrebbe oscurare il fatto che rappresentavano uno stato di diritto che nella sua fase applicativa era spesso impersonale, arbitrario e finanche disumano.
Il servizio segreto rimaneva un'istituzione fondamentale di governo durante il Tardo Impero. Sembra che Diocleziano, cui generalmente si attribuisce lo "scioglimento" dei frumentarii, li abbia piuttosto riorganizzati su una base quasi militare con il nuovo nome di "agenti generali" - agentes in rebus (51) . Questo corpo svolgeva un'ampia gamma di funzioni quasi identiche a quelle del suo predecessore. Per molti versi, tuttavia, differiva dai frumentarii. Il suo reclutamento era civile piuttosto che militare, anche se i gradi della truppa attribuiti al corpo, come pure i suoi privilegi, erano quelli dei soldati in campo. Il suo rapporto con l'amministrazione centrale era diverso sotto due aspetti fondamentali. Gli agenti generali vennero spostati dalla giurisdizione della Prefettura pretoriana e sottoposti all'autorità di un nuovo funzionario di rango ministeriale operante nella corte, il cosiddetto "Master of the Offices" (52) (Maestro degli Uffici). Le loro attività e carriere erano coordinate con quelle dei segretari alle dipendenze del Consiglio Privato o Concistoro, che formava un importante secondo apparato dell'organizzazione di sicurezza interna (53) . Gli agenti generali erano molto più numerosi dei frumentarii, e il loro corpo, in alcune occasioni, raggiunse anche la consistenza di milleduecento uomini (54) .
Di particolare interesse è la relazione di questi agenti generali con certi Ministeri statali, come le Prefetture pretoriane e urbane. Il Governo centrale dell'Impero in declino auspicava che l'influenza della sua organizzazione per la sicurezza interna fosse molto diffusa, e pertanto aveva distaccato dalla corte imperiale spie esperte da utilizzare come direttori del personale nei primi livelli dell'amministrazione e per controllare i superiori e i subordinati. Queste pratiche riportano alla mente le modalità utilizzate dai commissari politici sovietici (55) . Sembra che questi agenti spesso collaborassero con i loro superiori piuttosto che spiarli, poiché questi ultimi potevano favorire l'andamento delle loro carriere. Tuttavia, questo tipo di pratica sopravvisse fino all'epoca del Governo ostrogoto in Italia, nel sesto secolo (56) , mentre nell'Impero Bizantino continuarono a svolgere le loro funzioni fino a quando l'amministrazione centrale non si riorganizzò poco dopo il 700 D.C. (57)
Riassumendo, le agenzie per la sicurezza interna dell'Impero Romano meritano il titolo di "servizio segreto" anche se le loro attività includevano numerosi compiti non necessariamente segreti, né direttamente connessi con la sicurezza politica dello Stato. Queste erano principalmente "espressione del potere centrale" dell'amministrazione e, in tale veste, costituivano parte integrante della prima burocrazia imperiale radicata nell'apparato militare. Rappresentavano il potere imperiale in sfere che potevano influenzare negativamente le vite dei sudditi di Roma, e alla fine si guadagnarono l'odio dell'Impero. Nonostante la riorganizzazione avvenuta nel 300 D.C., il servizio segreto continuò ad adempiere alle sue funzioni nella maniera tradizionale. I seicento anni di vita di questa agenzia dimostrano l'essenzialità del suo ruolo per l'amministrazione centrale e forniscono un esempio importante di longevità istituzionale di cui il Governo imperiale aveva già dato prova in altri settori d'interesse.


(*) Questo articolo è la versione modificata di una relazione presentata il 28 dicembre 1969 nel corso della sessione di Storia Antica dell'Associazione Storica Americana.
Università di California, Berkeley.
(1) Vedi J. O. Lofberg, Sycophancy in Athens (tesi del 1917 presso Università di Chicago) e l'articolo dello stesso Autore "The sycophant-parasite", CP 15 (1920), 61-72, che tratta il periodo Ellenico. Per quanto attiene alla Roma Repubblicana, consultare in particolare Helen Russell, Advancement in rank under the Roman Republic as a reward for the soldier and the public prosecutor (tesi di Bryn Mawr, 1955).
(2) I Kripteia vengono trattati in quasi tutti i testi generici sulle istituzioni spartane. Vedi H. Jeanmaire "La cryptie lacédemonienne". REG 26 (1913) 121-150; K.M.T., Ancient Sparta; a re-examination of the evidence (Manchester 1949) 374f. 390; H. Michell, Sparta (Cambridge 1952) 162-164.
(3) Herod 8.97f; Xenophon Cyro. 8.2.10.12; 8.6.16.18; Apuleius Liber de mundo 26. Sul servizio postale persiano in generale, vedi E. Holmberg, Zur Geschichte des Cursus Publicus (Uppsala 1933) 18-21, con le importanti correzioni di H.G. Pfaum "Essai sur le cursus publicus sous le haut-empire romain" MemAcInscr 14 (1940) 192-205.
(4) A. H. M. Jones, "The Roman Civil Service (clerical and sub-clerical grades)", JRS 39 (1949), 38-42, ha recentemente commentato le caratteristiche della prima burocrazia romana.
(5) Vedi le prove raccolte da Wolfgang Riepl, Das Nachrichtenwesen des Altertums (Leipzig-Berlin, 1913) 456 con nota 9.
(6) Appian De bel. civ. 3.44; 4.7ff e, in generale, i commenti di C. G. Starr, Civilization and the Caesars (Cornell 1954) 64, 73.
(7) L'opera classica sulla delazione rimane G. Boissière, L'accusation publique et les délateurs chez les romains (Niort, 1911). I contributi di R. S. Rogers, compreso il testo Criminal Trials and Criminal Legislation under Tiberius (Monografia filologica n. 6, 1935) sono di importanza fondamentale.
(8) Vedi esempio Tac. Ann. 1.6.1, 3; 11.37.4; 15. 60.3; ; Hist. 1.85 e i commenti di Starr, 159.
(9) Esempio, Narcissus in Dio 60.15.5f ; Tac Hist. 2.65; Plut. Galba 19.1.
(10) In generale, vedi il mio prossimo articolo, "The origins of the frumentarii", Memoirs of the American Academy in Rome 27 (1961), dal quale sono tratti numerosi dei seguenti temi. Ritengo che non vi sia motivo di collegare i frumentarii con l'istituzione di Augusto del praetorium imperiale o con l'arresto e la detenzione di San Paolo durante il regno di Nerone.
(11) Per la letteratura di base sui frumentarii, vedi Fiebiger, RE 7 (1910), 122-125; Vaglieri, DizEp 3 (1922) 221-224; e P.K. Baillie Reynolds, "The Troops Quartered in the Castra Peregrinorum", JRS 13 (1823) 168-189.
(12) Vedi Baillie Reynolds ibid e A. M. Colini, Storia e topografia del Celio nell'antichità (Atti Pont. Serie 3, Mem. 7,1944) 240-245. Il Professor Richard Krautheirmer ed il Signor Corbett dell'Accademia Americana di Roma ritengono che le mura di Severo scoperte recentemente sotto la chiesa di S. Stefano Rotondo appartengono al "castra perigrinorum".
(13) Per quanto riguarda i frumentarii nell'ambito del comando della prefettura pretoriana vedi S. J. de Laet "Les pouvoirs militaires des préfets du pretoire et leur développement progressif", RB Phil 25 (1946-47) 533-536 e Durry RE 22 (1954) 2410.
(14) Questa è essenzialmente l'opinione di A. von Domaszewski, Die Rangordnung des romischen Heeres (Bonn 1908) 35.
(15) Vedi E. Birley, "Le origini dei centurioni romani", La Britannia romana e l'esercito romano (1953) 104-124, che sviluppa un'altra teoria simile di Domaszewski sulla presunta natura italiana del centurionato prima di Severo. Vedi CIL 3.1980 e AE 1940 84 - Epigraphica 1 (1938-39) 145.4 per quanto riguarda i frumentarii prima di Severo nelle province orientali dell'Impero.
(16) Vedi in generale G. Forni, Il reclutamento delle legioni da Augusto a Diocleziano (Roma 1953) Cap. 7. Per esempi di frumentarii reclutati localmente: CIL ".4154, 6088; 6.3346 - Dessau 2365; 6.3333, 3336, 3351 - Dessau 2366, 3353, 3332 - Dessau 2367; 13.8040.
(17) CIL 63351; 13.6682, vedi Bang "Die Germanen im romischen Dienst" (Berlino 1906) 82.
(18) Dacia 3-4, 549. 3 AE 1933, 248.
(19) Vedi Forni op. cit.45f.
(20) Vedi le prove raccolte da von Domaszewski, op. cit. 34f.
(21) CIL 63351; 136682, con il commento di Bang, op. cit. 82 CIL 3.2063, Dessau 2370, probabilmente CIL 6.36776, differentemente ripreso in Dessau 9080.
(22) Vedi Birley, op. cit. 121ff.
(23) Pflaum "Procurator" RE 23 (1957) 1273, ed il suo "Les procurateurs équestres sous le haut-empire romain" (Paris 1950). 98. 187f.261.
(24) Dio 78.14.1.4; 15.1.
(25) Ibid.
(26) Vedi Domaszewski op. cit. 34f. con il commento di E. Ritterling "Ein Amtsabzeichen der beneficiarii consularis im Museum zu Wiesbaden". BonnJbb 125 (1919) 25, note 3.
(27) Per quanto riguarda la consistenza numerica degli officia legionari, vedi Ritterling, op. cit. 25f e E. Stein, Die Kaiserlichen Beamten und Truppenkorper im romischen Deutchland unter dem Prinzipat (Vienna 1932) 75-78. Abbiamo prove della presenza di circa 96 uomini per un officium composto da 100 militari distaccati da una legione. In un officium che contava circa 200 uomini distaccati da una guarnigione di due legioni, è stato possibile definire circa 181 incarichi.
(28) Questo calcolo viene paragonato a quello di Baillie Reynolds che contava un massimo di 300-400 soldati di tutti i tipi nei castra peregrinorum op. cit. 177, ed a quello di Paribeni "Dei milites frumentarii e dell'approvvigionamento della corte imperiale" RM 20 (1905), che fa riferimento a "qualche centinaio" di frumentarii.
(29) Ben dichiarato da E. Sander "Das Recht de Romischen Soldaten", RhM 101, (1958) 221.
(30) L'imperatore Macrinus, fuggendo dalla battaglia contro i Severi nell'A.D. 218, si travestì da frumentarius ed utilizzò senza problemi il servizio di posta come via di fuga. Vedi Dio 78.39.2.3 e Herodian 5.4.7-8.
(31) Vedi E. Stein, Histoire du Bas-empire (2a ed. Parigi 1959) 45, con la letteratura citata nella nota 130, vedi anche p. 114, de Laet , op. cit. 550.
(32) CIL 14.7; 14.125 Dessau 2223. Jacopi nel Giornale d'Italia (5-6 agosto 1959) ha pubblicato un'interessante iscrizione rinvenuta nel corso dei lavori per la costruzione dell'aeroporto internazionale di Roma (Fiumicino). Secondo l'iscrizione nell'A.D. 210 un centurio frumentarius at Fortus supervisionava le cave di sabbia da utilizzare per le zavorre delle navi. Vedi anche il commento di R. Meiggs, Ostia romana, (Oxford 1960) 320f, quale parte di un recente dibattito sul ruolo dei frumentarii "nell'amministrazione imperiale del porto". Per quanto attiene alle prove che mettono in relazione i frumentarii con la Via Appia e l'importazione del grano da Puteoli, vedi Rostovtzeff "Frumentum", RE 7 (1910) 181.
(33) Vedi Tertulliano, De fuga in pers. 13.3, secondo cui i curiosi e i beneficiarii tenevano degli elenchi di cristiani soggetti alle tassazioni imposte alle professioni più umili. A differenza di G. Lopuszanski "La police romaine et les chrétiens", AntCl 20 (1951) 8-12, ritengo che tali Curiosi siano, in effetti, i frumentarii. Tertulliano aveva in mente una classe di funzionari ben definita, e all'epoca del Principato, i frumentarii erano strettamente connessi con i beneficiarii. I successori dei frumentarii, gli agentes in rebus, sono stati ufficialmente denominati "curiosi" entro l'A.D. 355. Vedi Cod. Theod. 6.29 1 (agentes in rebus) quos curolegendarios sive curiosos provincialium consuetudo appellat..... Non vi è alcuna prova diretta che i frumentarii contribuirono a rafforzare i portoria, peraltro spesso venivano lasciate prove nei pressi o sul luogo della riscossione del tributo. At Sirmium CIL 3.3241 (De Laet, Portorium 222f.); Almus (Lom) 3.7420 (De Laet 197); Pons Aeni 3.5579 (De Laet 220) ; ecc. The agentes in rebus, come curiosi litorum, sembrano siano stati utilizzati in questo modo. Cod. Theod. 6.29.8, 10, 12; vedi anche Stein, Histoire due bas-empire 2 (1949) 102, 213ff.
(34) Vedi J.Keil e A. vom Premerstein "Bericht uber eine dritte Reise in Lydien" DenkschrWien (phil.hist.Klasse) 57 (1914) 1. Anhang Nos.9 , 28, 55. Sui Kollectiones in generale consulta il più recente L. Robert "Sur un papirus de Bruxelles" RevPh69 (1943) 111-119.
(35) SHA vita Hadr. 11.4.6.
(36) Sul centurio frumentarius Aquilius Felix, notus caedibus senatoriis, vedi Sha vita Jul. 5.8, CIL 10.6657, e Baille Reynolds, op. cit. 180. vedi anche Sha vita Alb. 8.1f, che probabilmente fa riferimento ai frumentarii; vita Claud. 17.1 Per la loro utilizzazione nella lotta contro i cristiani vedi Eusebius Ecc. Hist. 6.49 e Cyprian Ep. 81.
(37) Il loro quartier general sul Celio si trovava di fronte ad una stazione dei vigiles. Vedi Colini, op. cit. CIL 6.3052, un graffito disegnato da un frumentarius sulle mura di un'altra stazione di questo stesso tipo. CIL 6.1063 = Dessau 2178 mostra i centuriones integrati nella gerarchia del comando sotto i praefectus vigilum. SHA vita Jul 5.8, vita Commod. 4.5; vita Alb. 8.1f.
(38) SHA vita Jul.5.8, vita Commod. 4.5; vita Alb.8.1f.
(39) Vedi sopra nota n. 33.
(40) Sull'utilizzo di "uomini in borghese", vedi Starr, op. cit. 59, e Tac. Hist. 1.85,. Il classico esempio dell'uso di "agenti provocatori" è fornito da Epictetus Diss. 14.3.5, per cui vedi Starr op. cit.141. Epictetus potrebbe aver pensato ai frumentarii. Dubito fortemente che i soldati in abiti civili menzionati nel P. Lat. Gen. e 1 Plinio Ep.7.25 siano agenti dei servizi segreti in abiti civili. Vedi Blumner "Aus den Akten eines Romischen Militararchius in Aegypten" Njbb 5 (1900) 432-443, e Gilliam "Paganus" in BGU 696; AJP 73 (1952) 76f.
(41) Vedi Ritterling, op. cit. 23,28,33. e A. Alfoldi "Hasta summa imperii" AJA 63 (1959) 11, ed il suo "Vom Speerattribut der Altromischen Konige zu den Benefiziarierlanzen", Limes Studien (Basilea 1959) 9.
(42) CIL 11.1322 = Dessau 2371; AE 1936, 61.
(43) CIL 3.433.
(44) Dessau 9473 = Dittenberger SIG 2, 830 p.545, CIL 3.1980, Dessau 2287.
(45) CIL 6.1063 = Dessau 2178; forse anche Pap. Fuad 14, sul quale vedi L. Casson "Thuroin: una nota du P. Fuad Univ. 14"; TAPA (1949) 425, e più recente A. E. R. Boak e H. C. Youtie, L'Archivio di Aurelio Isidoro (Ann Arbor 1960) 401, note alle righe 1-2.
(46) Per uno studio sui vari impieghi dei militari nell'amministrazione, vedi H.Zwicky, Zur Verwendung des Militars in der Verwanltung der romischen Kaiserzeit (Zurigo 1944).
(47) Vedi sopra n. 34. W. H. Frieud "un'iscrizione del terzo secolo" relativa a angareia in Phrygia, JRS 46 (1956) 52 f. testimonia che i rapporti tra i militari e la popolazione civile, all'inizio del terzo secolo, potevano essere ancora amichevoli. (IG2802.).
(48) CIG2802 = Dessau 9474 con il commento di Rostovtzeff, Storia sociale ed economica dell'Impero Romano, 2a ed. (Oxford 1957) 709, nota 7, e E. Sander: "Zur Rangordnung des romischen Heeres: die gradus ex caliga". Historia 3 (1954-55) 99.
(49) Sextus Aurelius Victor Lib. de Caes 39.44f.
(50) Ibid. Hieron. In Abdiam 1; Lydus De mens I.26. De mag. 3.7.
(51) Vedi il più recente W. Ensslin "Valerius Diocletianus" RE 7A (1948) 2455, con la letteratura citata, rivisto e curato da Palanque nella sua edizione di E. Stein, Histoire du bas-empire 1 (1959) 471, nota 91.
(52) In generale, vedi A.E.R. Boak "The master of the Offices in the later Roman and Byzantine Empires" (New York 1924).
(53) W. Sinnigen "Two branches of the late Roman Secret Service". AJP 80 (1959) (Cod. Just. 12.20.3).
(54) Nell'A.D 430, si contavano 1174 agenti (Cod. Theod. 6.27.23) sotto Leo, 1248 (Cod. Just.12.20.3).
(55) A Sinningen, op.cit.239ff con la letteratura citata, aggiungi Holmberg, op, cit. 119-126.
(56) Sotto la dominazione ostrogota erano noti come comitiaci e lavoravano con i saiones, i corrispettivi funzionari germanici. Vedi Slein. Histoire 2. 122f.
(57) Nel primo impero bizantino gli agentes in rebus venivano chiamati magistriani in virtù della loro appartenenza al Master of the Offices. Le ultime tracce di questi funzionari che sono stato in grado di individuare risalgono al primo regno di Giustiniano II A.D. 685-695 (Theophanes Chron. 737) ed al ritrovamento di due papiri egiziani probabilmente databili poco dopo l'A.D. 700 (papiro greco del British Museum 1404 e 1457). All'inizio dell'VIII secolo il Master of the Offices, e probabilmente i suoi magistriani, furono sciolti e sostituiti da una nuova organizzazione sottoposta al "Logoteta del Dromos" (alto funzionario amministrativo bizantino). Vedi J.B. Bury, Imperial Administrative System in the ninth century (Londra 1911) 91ff.

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